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Fable.Capitolo1

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NOTA: Questo testo riguarda il gioco per l'xbox 360 Fable II, sarà diviso in capitoli e si può benissimo leggere anche senza averci giocato.Ho "preso in prestito" alcuni personaggi e luoghi ma la storia l'ho inventata io.
Detto questo buona lettura!!

FABLE
Capitolo1

"Mi scusi, Reaver è a casa?" chiese una debole vocina alla guardia del maniero di Bloodstone.
"Non sono affari tuoi mocciosa e ora vattene!" rispose la guardia.
"Ma la prego! È urgente"
"Non m'importa, vattene!"
"La prego! Non so dove sono i miei genitori e Reaver è l'unico che sa dove si trovano!".
"E chi sarebbero i tuoi genitori?" rispose la guardia ridacchiando.
"Sono il signore e la signora Lawer e allora?" disse la vocina quasi urlando.
"Cosa? E perché non me lo hai detto subito! Ora te lo vado a chiamare dolcezza" e dicendo questo la guardia si allontanò.
La persona dalla quale proveniva quella debole vocina era una bambina di tre anni di nome Hannabeth, anche se era molto giovane, era sveglia e con le idee chiare, doveva trovare assolutamente i suoi genitori.
Aspettò un po' di minuti e vicino all'uscio del maniero si avvicinarono alla bambina la guardia e un giovane uomo, quest'ultimo era di bell'aspetto, aveva i capelli castani corti con un ciuffo che faceva da frangia, aveva degli occhi color mare e sotto a quello sinistro c'era un piccolo neo marrone; sotto alle sottili labbra c'era un pizzetto tenuto con cura; la figura era alta e snella, era vestito con una maglia smanicata rossa con delle decorazioni bianche e d'oro che evidenziavano la figura magra e forte, intorno al collo, con una pesante catena, c'era legata una mantella anch'essa rossa con un ricamo d'oro che faceva da contorno; al collo, oltre alla catena, era legato un fiocco d'orato che si adagiava dolcemente sul petto. Sotto la maglia smanicata si poteva notare dalle braccia che c'era una camicia a maniche lunghe bianca, mentre le mani erano protette da robusti guanti marroni ricamati di beige; alla vita, invece, portava una grossa cintura marrone con attaccato un fodero al lato, dove conteneva una pistola dall'aria sinistra. I pantaloni erano rossi e alla fine della gamba erano messi con cura negli stivali marroni come i guanti. Tutto ciò poteva sembrare stravagante ma l'uomo portava i vestiti in modo unico e risoluto, lui era Reaver, il proprietario del maniero.
Quando si avvicinarono alla bambina, il giovane uomo con voce mielosa le disse:
"Ciao dolcezza come va? Hai qualcosa che ti preoccupa?"
"Mi scusi se l'ho disturbata signore, ma vede i miei genitori sono scomparsi!" disse Hannabeth con voce tremante.
"Non preoccuparti tesoro... Quando sono scomparsi?"
"Vede, loro dovevano andare a Westcliff per una settimana, e cinque giorni fa dovevano tornare... la prego mi aiuti!"
"Certo che ti aiuto piccolina, hai fatto molto bene a venirmi chiamare, io sono un grande amico dei tuoi genitori; andavano a Westcliff con la nave o in carrozza?"
"Ci andavano con la nave. E ho sentito che in questi giorni c'erano dei pirati nelle zone di Bloodstone, che sia successo qualcosa?"
"Le ho sentite anche io. Ma spero solo che siano delle dicerie"
La preoccupazione della piccola Hannabeth la faceva sembrare una matta, era pallida, aveva gli occhi gonfi e stanchi  e tremava tutta dalla paura, Reaver notando la sua disperazione cercò di convincerla ad aspettare ancora qualche giorno, ma vedendo che la bambina non si calmava decise di andare con lei al porto di Bloodstone a chiedere al proprietario della nave se era successo qualcosa.
"Norman sorveglia la casa, in caso di pericolo.. sai cosa fare" disse Reaver cambiando il tono di voce in maniera fredda e severa alla guardia.
"Si signore!" rispose prontamente la guardia.
Così s'incamminarono verso il porto.
Il maniero di Reaver era situato sopra alla città di Bloodstone su una collinetta, dove si poteva vedere il mare, Reaver possedeva un'enorme casa che assomigliava ad un grande vascello, si poteva anche notare un albero maestro sul tetto. Il maniero possedeva un giardino pieno di piante provenienti da tutto il mondo, statue imponenti e l' ingresso per le carrozze.  
Quando uscirono dal cancello del maniero percorsero varie stradine in discesa che portavano al lungomare; mentre passeggiavano, si poteva notare il paesaggio di Bloodstone: una malsana città dove ci abitavano uomini perversi e maneschi, le donne se non erano rinchiuse in casa a lavorare erano prostitute piene di lividi e cicatrici, i poveri elemosinavano in ogni angolo della strada; nel pub -Le braccia del lebbroso- il gioco d'azzardo era più diffuso dell'alcol, e ubriachi uscivano dal locale a vomitare. Nella città non esistevano orfanotrofi e guardie, c'era solo una piccola scuola per bambini, dove s'insegnava il minimo indispensabile come leggere e scrivere; i venditori di banco ed i negozianti imploravano i cittadini a comprare qualcosa. Ogni abitante possedeva una pistola ed una spada, non avendo delle guardie che proteggevano i cittadini questi ultimi si facevano giustizia da soli. L'aria era malsana e inquinata, c'era sempre un sottile strato di nebbia che ricopriva le case della città. La vita nel villaggio si basava sulla corruzione e sulla povertà, tutti i cittadini eccetto Reaver erano poveri e l'economia cresceva grazie ai turisti derubati che erano costretti a comprarsi vivande nei negozi e se tutto andava bene, riuscivano a scappare da quella città senza essere assassinati dai ladri o uccisi dalle Banshee. Bloodstone era circondata dall'oceano e dalla Palude Fantasma una regione desolata, dove un tempo c'era una ricca cittadina ma ormai distrutta e senza speranze; l'unico simbolo che caratterizza questo villaggio era un grande faro situato sulla scogliera.
Mentre i due personaggi attraversavano la città, tutti i passanti salutavano con rispetto Reaver, le prostitute lo salutavano come un caro amico mentre i negozianti lo salutavano come se fosse appena arrivata la morte a ucciderli; Hannabeth si chiese com'era possibile che un uomo rispettabile come Reaver fosse salutato con quella paura nei loro occhi, voleva chiederlo ma aveva altro a cui pensare, i suoi genitori erano scomparsi e se non li avrebbe mai più rivisti? Dove sarebbe andata a finire se fossero morti? Decise di non pensarci perché alla gola le venne un groppo e gli occhi si riempirono di lacrime al solo pensiero, accelerò il passo e camminò vicino a Reaver più in fretta possibile.
"Te la senti di venire con me?" chiese Reaver ad Hannabeth dolcemente nei pressi del porto "Oppure preferisci aspettare qui?"
"Preferirei sapere che stanno bene!" rispose prontamente Hannabeth trattenendosi dal non piangere.
"Lo preferirei anch'io tesoro, ma per saperlo dobbiamo chiederlo al capitano del vascello" insisté Reaver sempre con il suo tono dolce.
"Capito... allora aspetterò qua" disse Hannabeth sedendosi su un gradino della scala che portava al porto.
Reaver si allontanò da Hannabeth e si avvicinò al capitano del vascello: un uomo magro, vestito da pirata che puzzava di alcol, e dalla camicia, sul petto, gli usciva una fitta peluria nera ed una cicatrice lunga una spanna; possedeva tutti i vascelli di Bloodstone che facevano da trasporto con la città e Westcliff e quindi possedeva la nave che aveva trasportato i genitori di Hannabeth.
"Ciao Gareth" disse Reaver con tono freddo e serio come quando si era rivolto con la guardia Norman.
"Oh salve signor Reaver, quale onore averla presente nei sobborghi malfamati di Bloodstone! " rispose il capitano in modo servizievole e adulatore.
"Smettila con questi toni da ruffiano Gareth e arriviamo al sodo. Devo scoprire cos'è successo a un tuo vascello, deve essere partito due settimane fa, per Westcliff ovviamente".
"Certo signore sono sempre al suo servizio! Vediamo... mi sa dire che passeggeri cerca?".
"Credo che tu li conosci benissimo, sono i Lawer." E a quella parola il capitano trasalì come se dell'aria gelida fosse arrivata tutto ad un tratto e si toccò d'impulso la cicatrice sul petto.
"Vedi quella bambina seduta sui gradini?" Proseguì Reaver indicando Hannabeth che si stava guardando i piedi.
"S-si certo signore." Rispose balbettando Gareth.
"Bene. Lei è la figlia dei Lawer. Ora dimmi che fine hanno fatto i suoi genitori".
"La nave è stata attaccata dai pirati, nessun sopravvissuto".
"Quindi sono morti?"
"Si, signore".
"Arrivederci Gareth".
"Arrivederci signore".
Fiction riguardante il gioco per xbox Fable II, come scritto nel testo il racconto si può leggere anche senza aver giocato al gioco.
spero vi piaccia :D
Link del secondo capitolo: [link]
© 2012 - 2024 LadyReb
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Dark-Black-Reaper's avatar
Fable fu un gioco con i controcapperi, ma con il 2 rovinarono tutto. il 3 recupera, ma non troppo, gameplay banale. Ho paura che quello in uscita sia anche peggio... Il due penso sia uno dei peggiori videogiochi che abbia mai giocato :S
La trama è carina, ma perdonami: mi balza agli occhi il gioco, non riesco a farmela piacere completamente :)